martedì 19 ottobre 2010

La testimonianza di uno storico dell’epoca

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Quella contrada [la Lombardia] è tutta divisa in città, le quali hanno costretto quei del territorio loro a vivere in esse, e a stento si troverebbe uomo nobile o grande che abbia tanto potere da sottrarsi all’obbedienza verso le leggi della città sua. […] E affinché non manchi loro il mezzo per tenere a freno i vicini, essi [i Lombardi abitanti nelle città] non disdegnano di elevare al grado della cavalleria e ad ogni grado di autorità giovani di bassa estrazione e perfino operai di spregevoli arti meccaniche, che gli altri popoli allontanano come pestiferi dalle più nobili e liberali professioni. Onde avviene che essi avanzino ogni altro al mondo per ricchezza e potenza.
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Ottone (vescovo) di Frisinga, Gesta Friderici Imperatoris

lunedì 18 ottobre 2010

La voce di un oppositore dell’assolutismo

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Il vostro popolo, che voi dovreste amare come un figlio e che vi è stato finora così devoto, muore di fame. La coltivazione dei campi è quasi abbandonata; le città e la campagna si spopolano; tutti i mestieri languono, e non bastano più a nutrire gli operai. Tutto il commercio è annientato. In verità voi avete distrutto la metà delle reali forze interne del vostro Stato per conseguire e per difendere delle vane conquiste esterne. Invece di esigere del denaro da questo povero popolo, bisognerebbe fargli l’elemosina e nutrirlo… A tanto è ridotto questo gran regno così fiorente, sotto un re che tutti i giorni ci è dipinto come la delizia del popolo e che lo sarebbe veramente se i consigli degli adulatori non l’avessero avvelenato.
Per dire l’intera verità, il popolo stesso, che tanto vi amava e tanto confidava in voi, comincia a perdere l’affetto, la fiducia e persino il rispetto. Le vostre vittorie e le vostre conquiste non lo rallegrano più, esso è pieno di amarezza e di disperazione. La sedizione si accende a poco a poco da ogni parte. Essi ritengono che voi non abbiate alcuna pietà dei loro mali, che voi abbiate a cuore solo la vostra autorità e la vostra gloria… Che risposta daremo a tutto questo, Maestà?...
-François Fénelon, Lettera a Luigi XIV (il Re Sole)

L’incoronazione di Ruggero II d’Altavilla

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Ruggero II, in abito da cerimonia, viene incoronato re da Cristo. Risulta chiaro dalla scritta in greco (in alto), dalla forma della corona e dall’abbigliamento del re il carattere decisamente orientale del regno dell’Italia meridionale e della Sicilia. Si noti inoltre che l’artista ha raffigurato l’atto dell’incoronazione, compiuta direttamente da Dio, senza la mediazione della Chiesa; e ciò in pieno rispetto del principio fondamentale cui si ispirò il sovrano («ogni potestà deriva da Dio e pertanto noi siamo sul trono per sua esclusiva volontà e misericordia») e che portò a realizzare una monarchia per molti aspetti precorritrice dello Stato moderno.
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(Particolare di un mosaico del XII secolo, Palermo, Chiesa della Martorana)